MAGICA IRPINIA: MONTEFORTE IRPINO

Una lunga processione bianca bordata di rosso copre in ginocchio gli ultimi metri che la separano dalla statua della Madonna del Carmelo. Ingioiellata dagli ex voto, la Madonna tiene in braccio il Bimbo divino, mentre con sguardo altero si compiace della testimonianza di fede sincera che da sempre anima la comunità.

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Ci troviamo a Monteforte Irpino nel giorno consacrato alla Madonna del Carmelo. Uomini, donne, anziani e bambini anche piccolissimi rendono grazie e omaggio alla Madonna baciandone il manto e con l’offerta di fiori. È l’antichissima tradizione dei Battenti della Madonna del Carmelo, che, risalente addirittura al 1630, si rinnova ogni 16 luglio, quando i fedeli, partiti al mattino dal Duomo di Avellino, a piedi scalzi, percorrono in segno di devozione gli oltre dieci chilometri che li condurranno alla chiesetta del borgo della Portella.

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La radicata devozione e l’appassionato sentimento religioso dei Montefortesi sono evidenti anche nella celebrazione della festa di San Martino, patrono del paese, che prende vita nel Palium Sancti Martini. Diviso nelle sette contrade storiche di Gaudium, Borgo, Pronella, Molino, Loffredo, Bottai, Taberna, il paese tutto partecipa alla realizzazione della manifestazione che riveste un’importanza, insieme, religiosa, storica, folcloristica. Infatti, con il precipuo intento di testimoniare la vita esemplare di San Martino nel campo militare, civile, sociale oltre che religioso, la manifestazione si propone di rievocare un episodio accaduto nel 1109, quando Guglielmo di Monteforte, detto il Carbone, da poco divenuto signore del feudo, per ingraziarsi i suoi nuovi sudditi e per onorare la visita del precedente feudatario, il principe Roberto di San Severino, da cui riceve simbolicamente le chiavi del castello, decide di organizzare dei festeggiamenti in occasione della ricorrenza di San Martino, il cui culto era stato introdotto nella zona sin dal V sec. grazie alla predicazione di San Paolino da Nola.

Il corteo storico anima dei vivaci colori degli stendardi e degli abiti medioevali le vie del borgo, mentre l’allegro volteggiare dei vessilli con gli stemmi delle contrade riempie il cielo al ritmo dei tamburini. La giostra medioevale si conclude con la gara sicuramente più impegnativa: il Cursus cercinae et copellae (o Corsa r'o truocchio e r'a copella), una competizione specificamente femminile, che impone di percorrere un tragitto stabilito portando in testa la copella (un recipiente di legno), piena di acqua, senza l'aiuto delle mani, appoggiata sul caratteristico truocchio (panno avvolto a forma di tarallo per sostenere bene il peso).

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Ai giochi fa da sfondo il castello che dalla collina di San Martino domina l’abitato. Edificato molto probabilmente dai Longobardi su un preesistente antico castrum romano nel VII-VIII secolo d.C. per controllare la pianura nolana e bloccare la strada alle incursioni nemiche, oggi del fortilizio rimangono solo parte delle mura perimetrali in pietra, una torre a pianta circolare e un camino.

Non lontano la chiesa di San Martino, eretta tra il XV e il XVI secolo sui resti di una cappella d'impianto duecentesco, contribuisce ad aumentare il fascino antico di questi luoghi.

Che il tripudio di una lussureggiante natura incontaminata rende ancor più magico e suggestivo.

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Collina di San Martino

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Chiesa di San Martino


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Chiesa Maria SS del Monte Carmelo

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 Il castello

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Il Castello

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Sede municipio - Ex orfanotrofio Loffredo

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Panorama