BUONA PASQUA, IRPINIA! BUONA PASQUA, ITALIA!

I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca.
Così si adempiva la Scrittura:
Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hangettato la sorte.
E i soldati fecero proprio così. (Giovanni 19, 23-24)

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Spogliato anche delle sue vesti (di ciò che, dunque, all’uomo conferisce il suo status sociale, il suo ruolo nella società) e così esposto al disonore e alla vergogna, Gesù è deriso da rozzi soldati senza scrupoli, che si dividono i suoi averi e ne fanno a brandelli la dignità, mortificando il senso stesso di quell’humanitas che dovrebbe essere anche la loro cifra più profonda. Così poco a loro interessa del Figlio di Dio che non si peritano neanche di lottare per impossessarsi della tunica del Cristo. Tirano a sorte: per loro la dignità, la reputazione, la vita stessa dell’Uomo è un gioco lasciato al caso.
Ma a loro non basta. La loro perfidia, la loro avidità nel succhiare all’Uomo finanche l’ultimo residuo di dignità è tale da inchiodare Gesù al supplizio più doloroso e infamante. L’Uomo ha perso tutto ormai: averi, dignità, reputazione, onore. Tra non molto anche la vita gli verrà sottratta.
Quei soldati, espressione del potere più vile e volgare, sono lordi del sangue di un crimine commesso contro l’Umanità. E di ciò dovranno rendere conto al giudizio degli uomini e di Dio, in questa vita e nell’altra.
Ma il Figlio di Dio sconfigge la morte. Niente e nessuno può sopprimere l’energia, lo spirito, l’anima dell’Uomo. Ossia ciò in cui consiste l’essenza stessa dell’Uomo.

II primo giorno della settimana, al mattino presto le donne si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: "Bisogna che il Figlio dell'uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno"». Ed esse si ricordarono delle sue parole. (Luca 24, 1-8)

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La Vita sconfigge la Morte.
E, dunque, quello del Vangelo è un intenso inno di speranza a non perdere la speranza; un potente invito ad affermare la Vita a dispetto di chi affermi la logica della Morte; un vigoroso messaggio a non piegarsi, a non rinunciare mai alla propria dignità di uomo, ad affermare sempre e comunque la libertà di scegliere quale vita si voglia vivere. Per decidere di quale morte si voglia morire.
Homo sum: humani nihil a me alienum puto. Sono un uomo: pertanto, ritengo che nulla di ciò che riguardi l’uomo possa essermi estraneo.

Buona Pasqua, Italia. Buona Pasqua, Irpinia.